Beetle Bailey , l’iconico personaggio del celebre fumetto di Mort Walker, è stato presentato al pubblico solo un mese prima del debutto di Charlie Brown and the Peanuts Gang . Inizialmente concepito come uno studente universitario, Beetle è rapidamente passato alla vita militare, prestando servizio come soldato semplice di stanza nel famigerato e comico Camp Swampy, noto come l’avamposto più inaffidabile dell’esercito degli Stati Uniti.
Per tutta la sua durata, Beetle Bailey riesce a mantenere un ritratto comico ma rispettoso della vita militare, offrendo una prospettiva umoristica sulla monotonia e l’assurdità dell’essere un soldato. Questo punto di vista unico non passò inosservato, spingendo l’esercito degli Stati Uniti a vietare la striscia fin dall’inizio, una mossa che, paradossalmente, accrebbe la popolarità del fumetto tra i lettori, sia militari che civili.
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“Qualcuno con il coraggio di parlare”
Prima pubblicazione: 25 marzo 1955
In una delle prime strisce, il comandante di Beetle, il sergente Snorkel, offre alle sue reclute l’opportunità di esprimere le proprie lamentele. Beetle, che sta ancora cercando di adattarsi al protocollo militare, si fa avanti come unica recluta abbastanza coraggiosa da parlare, finendo rapidamente nella posizione indesiderabile di sbucciatore di patate. Questo incidente incarna il conflitto in corso tra l’individualità e le costrizioni della vita militare, un tema ricorrente che ha trovato eco nel pubblico per decenni.
9
“Quello è Camp Swampy, signore”
Prima pubblicazione: 23 aprile 1955
In un altro episodio umoristico, il sergente Snorkel assegna freneticamente a Beetle e ai suoi compagni reclute il compito di preparare la caserma per l’ispezione da parte di un funzionario di alto rango, “il generale del Pentagono”. Tuttavia, la battuta finale arriva quando il generale sceglie di ignorare Camp Swampy dal suo aereo, passandoci accanto con disinteresse, il che satireggia abilmente la disconnessione tra l’alto comando e il personale arruolato.
8
“Se solo non ci dessero tutto questo lavoro da fare”
Prima pubblicazione: 8 settembre 1958
Questa striscia a fumetti cattura il sentimento di Beetle e del suo compagno soldato che si lamentano del fatto che i loro doveri nell’esercito sarebbero in realtà piacevoli se non fosse per il peso del lavoro costante. Il commento perspicace del creatore Mort Walker ha permesso a Beetle Bailey di risuonare anche durante gli impegni militari attivi, evidenziando il fatto spesso trascurato che il servizio militare può assomigliare molto a qualsiasi altro lavoro, sebbene con regole più severe.
7
“Inizia riducendo le razioni alimentari degli uomini”
Prima pubblicazione: 28 ottobre 1960
Questa striscia in particolare usa l’umorismo per far luce sulle assurdità della burocrazia militare. Mentre il generale Halfrack suggerisce con disinvoltura di tagliare le razioni di cibo per le truppe mentre ozia nel suo sontuoso ufficio, riflette la disparità fin troppo comune tra coloro che sono al comando e i soldati sotto la loro direzione. Questa giustapposizione alimenta il precedente disagio dell’esercito riguardo alla rappresentazione dell’autorità nel fumetto.
6
“Non ho ancora fatto un bel niente”
Prima pubblicazione: 22 luglio 1962
Questo cartone animato, con protagonista il sergente Snorkel, tocca l’esperienza comune di sentirsi senza scopo e improduttivi dopo lunghi periodi di servizio. L’introspezione di Snorkel sulla sua mancanza di risultati durante il tempo libero risuona fortemente sia con il pubblico militare che con quello civile, sottolineando la lotta universale per trovare soddisfazione al di fuori del lavoro.
5
“Non sembra giusto…”
Prima pubblicazione: 22 novembre 1963
In questo episodio, un personaggio logoro di nome Pop diventa l’improbabile centro dell’attenzione quando fornisce una lista schiacciante di scuse per essersi perso una lezione obbligatoria del generale. La risposta incredula di Snorkel, “Non mi sembra giusto”, riflette l’assurdità di chi è al potere nel liquidare le sfide affrontate dal personale arruolato, sottolineando ulteriormente la critica comica intessuta in tutto il fumetto.
4
“Fa parte della natura americana resistere all’autorità”
Prima pubblicazione: 21 giugno 1964
Questa striscia racchiude in modo artistico la tensione ricorrente tra lo spirito di ribellione americano e la disciplina richiesta nel servizio militare. Mentre il generale Halfstack si rivolge a una folla di soldati compiacenti, l’unico dissidente che tiene in mano un cartello con la scritta “nyah” funge da esilarante ma toccante promemoria delle aspettative spesso contrastanti riposte sui membri del servizio.
3
“Hai mai sentito parlare di Saluting It?”
Prima pubblicazione: 6 aprile 1965
In un’abile svolta, Beetle Bailey scopre una scappatoia nel protocollo militare quando si rende conto che non è tenuto a salutare mentre è sui pattini a rotelle. Schivando con umorismo l’autorità, le buffonate di Beetle ricordano ai lettori la natura a volte bizzarra delle regole militari giustapposte alla rigida struttura delle forze armate.
2
“I razzi del Campo Swampy esplodono da soli!”
Prima pubblicazione: 26 ottobre 1966
In un commento ironico sulla corsa agli armamenti degli Stati Uniti a metà degli anni ’60, il generale Halfstack lamenta che “i razzi di Camp Swampy esplodono da soli”, criticando con umorismo lo stato della tecnologia militare senza bisogno di minacce esterne. Ciò evidenzia l’assurdità di dare priorità alla spesa militare in mezzo alla cattiva gestione, allineando Beetle Bailey al crescente sentimento controculturale dell’epoca.
1
“Un piede su e uno giù”
Prima pubblicazione: 14 gennaio 2007
Facendo un salto al 2007, questo vivace fumetto presenta Beetle e il suo plotone in marcia, mostrando un personaggio secondario, il soldato Plato, che intrattiene la sua squadra con distici in rima. Nel corso dei decenni, Beetle Bailey ha coltivato un cast eterogeneo, simile allo sviluppo del personaggio visto in Peanuts . Questa ampia rappresentazione illustra i temi generali di cameratismo, assurdità e le lotte della vita militare che hanno affascinato i lettori per oltre settant’anni.
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