
La Corte Federale respinge la causa degli editori musicali contro Anthropic
Un tribunale federale ha recentemente respinto la richiesta di tre importanti editori musicali (Universal Music Group, Concord Music Group e ABKCO) di vietare ad Anthropic di utilizzare i testi delle loro canzoni per addestrare il suo sistema di intelligenza artificiale (IA), sostenuto da Amazon.
Motivazione della Corte sul caso
Il giudice distrettuale statunitense Eumi Lee ha stabilito che i querelanti non sono riusciti a fornire prove adeguate che dimostrassero che le pratiche di Anthropic stavano minando l’attuale mercato delle licenze per i loro contenuti lirici. Il giudice Lee ha sollevato preoccupazioni sulla praticità di far rispettare un ordine del tribunale che richiederebbe ad Anthropic di riconfigurare i suoi modelli di formazione, citando il vasto e in continua crescita numero di opere coinvolte nella causa.
Se accolta, l’ingiunzione richiesta avrebbe interessato centinaia di migliaia di brani musicali di proprietà degli editori, ponendo notevoli sfide sia in termini di conformità che di applicazione.
La risposta degli editori musicali
In risposta alla sentenza, Universal Music Group ha espresso ottimismo in merito al suo caso in corso contro Anthropic. L’organizzazione ha evidenziato che Anthropic aveva già riconosciuto alcuni meriti delle sue rivendicazioni in merito alle violazioni stipulando una clausola che obbliga l’azienda a implementare “guardrail” per evitare output che violano i diritti. Questo accordo ha risolto un elemento cruciale della mozione a favore degli editori.
Dettagli delle accuse
La causa, avviata nel 2023 in una corte federale del Tennessee, accusa Anthropic di aver utilizzato testi di artisti noti come Katy Perry, i Rolling Stones e Beyoncé per migliorare i suoi modelli di intelligenza artificiale. In casi come una query sul successo di Perry “Roar”, il chatbot AI Claude avrebbe restituito una formulazione quasi identica alla canzone originale.
Gli editori chiedevano un’ingiunzione di vasta portata che impedisse ad Anthropic di utilizzare i loro testi in qualsiasi futura iniziativa di formazione sull’intelligenza artificiale.
Preoccupazioni sulla portata dell’ingiunzione
Durante la sentenza, il giudice Lee ha sottolineato le incertezze implicite nell’ingiunzione proposta, riferendosi all’“universo inconoscibile di canzoni” che avrebbe compreso. Ha osservato che la corte non aveva l’autorità di imporre un ordine così esteso senza parametri chiari.
“Gli editori non hanno offerto un modo concreto o definitivo per Anthropic – in quanto parte soggetta all’ingiunzione e alle ripercussioni legali di una violazione – di accertarne i parametri o di rispettarne i termini”, ha scritto Lee.
Anthropic ha sostenuto che escludere una quantità imprecisata di contenuti dalla propria libreria di formazione sarebbe stato “praticamente impossibile”, rendendo necessari continui aggiornamenti e ripristini dei propri processi di formazione.
Sviluppi recenti
All’inizio dell’anno, Anthropic e gli editori musicali hanno raggiunto un accordo volto a preservare le misure esistenti che impediscono a Claude di fornire testi o di generare nuovi contenuti basati su materiali protetti da copyright di proprietà degli editori.
Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti su questa questione legale in corso.
Lascia un commento ▼