
L’uscita del capitolo 187 di Dandadan ha portato rivelazioni inaspettate, in particolare per quanto riguarda i poteri di Kouki Yukishiro e il coinvolgimento di Murakami. In una svolta sorprendente, è stato svelato che le abilità di Kouki non sono incentrate sul potenziamento o sul controllo dei Pigmei, ma piuttosto sull’esercizio del dominio su piccole creature viventi, tracciando parallelismi con il “Signore delle mosche”.Di conseguenza, lo sciame di insetti che riempiva la palestra ha contribuito a condurre Murakami direttamente nel caos che si stava sviluppando.
È interessante notare che Murakami non è stato rivelato essere l’Orchestratore come molti avevano presunto. Contrariamente alle teorie precedenti, non aveva il ruolo di distribuire i coltelli Kozuka; invece, stava anche agendo sotto gli ordini di qualcun altro per acquisire poteri, proprio come la signorina Adachi. Ciò suggerisce la probabilità che il vero Orchestratore sia una persona completamente diversa, un’idea che punta a una figura significativa: il conte Saint-Germain, noto anche come Sanjome.
Punti salienti del capitolo: Dandadan 187 mina il ruolo di Murakami

In questo capitolo cruciale, diventa chiaro che Murakami non detiene il titolo di Orchestrator, l’individuo che in precedenza si pensava distribuisse i coltelli Kozuka. Invece, sembra che abbia ricevuto lui stesso questi coltelli, il che indica che è alla ricerca del potere, proprio come gli altri personaggi. Questo dettaglio cruciale rafforza la convinzione che Sanjome sia davvero l’Orchestrator, posizionandolo come la mente dietro gli schemi che coinvolgono i coltelli Kozuka.
In un momento intenso, la signorina Adachi rivela il suo coltello Kozuka, spingendo Murakami a riconoscerne il significato e ad accusarla di perseguire il potere. Se Murakami fosse stato davvero colui che orchestrava gli eventi, avrebbe previsto che lei possedesse il coltello e non ne sarebbe stato colto di sorpresa. La sua sorpresa implica una mancanza di controllo diretto sulla situazione, affermando ulteriormente la teoria secondo cui qualcun altro sta tirando i fili.
Inoltre, le azioni precedenti di Murakami, come il ricatto a Kouki e Adachi, evidenziano la sua posizione di semplice pedina in un gioco più ampio. Le sue interazioni attuali portano a una sola conclusione: Sanjome impiega una peculiare abilità che manipola le menti, istigando la raccolta di poteri e assicurando che la sua identità rimanga nascosta.
Le implicazioni per i protagonisti, in particolare Kouki e la sua emergente abilità “Signore delle mosche”, sono profonde. Questa nuova abilità potrebbe svolgere un ruolo cruciale nel contrastare le tattiche di Sanjome, offrendo ai personaggi una posizione strategicamente vantaggiosa. Con Murakami ridotto a una mera figura ricattatrice, bisogna considerare quanto profondamente Sanjome si sia infiltrata e abbia influenzato le vite degli altri.
Inoltre, i coltelli Kozuka hanno un notevole fascino; i personaggi che li ricevono probabilmente lo fanno sotto la falsa pretesa di potere. Questo colpo di scena trascende gli scontri fisici e richiede un approccio tattico per svelare l’influenza di Sanjome. La sua capacità di rimanere invisibile complica immediatamente qualsiasi strategia di scontro diretto.
Mentre i protagonisti si confrontano con le implicazioni dei coltelli Kozuka, devono cercare di comprendere gli obiettivi finali di Sanjome: etichettarsi come un collezionista di poteri Yokai. I futuri impegni con questo antagonista richiederanno senza dubbio più della semplice forza fisica; la prodezza di Kouki sarà fondamentale, soprattutto perché ora si trova nella crescente sfera di influenza di Sanjome.
A differenza di precedenti avversari come gli Yokai, gli alieni e le creature sotterranee, Sanjome rappresenta un diverso tipo di minaccia, che richiede un approccio cauto. Il conflitto che ne consegue metterà alla prova l’acume strategico e la resilienza dei personaggi. Con la posta in gioco a un livello mai visto prima, l’attenzione si sposta ora sulla battaglia tra Okarun e Kinta, un incontro che rimane scoperto. Tuttavia, l’influenza oscura dell’Orchestrator è sempre presente, creando un’atmosfera di incertezza e tensione.
Considerazioni conclusive

Il capitolo 187 di Dandadan segna una svolta fondamentale nella narrazione, rivelando che Sanjome, anziché Murakami, è il potenziale orchestratore dietro i nefandi piani. Con Murakami semplicemente rappresentato come una pedina, i protagonisti si trovano ora di fronte a una minaccia elevata e più intricata che si basa sulla manipolazione piuttosto che sulla forza bruta. La distribuzione clandestina di coltelli Kozuka da parte di Sanjome allude a una trama più profonda e complessa che si nasconde sotto la superficie.
Questo cambiamento costringe Momo e i suoi alleati a ripensare le loro strategie, allontanandosi dagli scontri diretti. Inoltre, la nuova abilità di Kouki, “Signore delle mosche”, potrebbe servire sia come arma contro Sanjome sia come rischio che la mette sulla linea del fuoco. Mentre il mistero dei coltelli Kozuka si svela, i protagonisti si ritrovano in un territorio senza precedenti che metterà alla prova la loro forza, strategia e resilienza in modi che non hanno ancora immaginato.
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