Goditi “The Substance” e “A Different Man” come il doppio spettacolo definitivo di Halloween per il 2023

Goditi “The Substance” e “A Different Man” come il doppio spettacolo definitivo di Halloween per il 2023

In un’epoca dominata dai social media, dove vengono mostrati corpi impeccabili e immagini ritoccate, è una sfida trovare individui che siano completamente sicuri del loro aspetto. Questo Halloween, prendi in considerazione l’idea di immergerti in un agghiacciante doppio spettacolo di *The Substance* e *A Different Man*.

Entrambi i film, *The Substance* e *A Different Man*, sono incentrati sul tema di attori vulnerabili che modificano il loro aspetto esteriore in un disperato tentativo di migliorare le loro vite. Questi personaggi credono che alterare il loro aspetto risolverà tutti i loro problemi, che si tratti di successo, romanticismo, ricchezza o rispetto, considerando il loro aspetto come il principale ostacolo al raggiungimento dei loro desideri. Ricorrono a vari mezzi, da procedure mediche all’avanguardia a droghe illecite e terapie sperimentali, spesso mettendo a repentaglio le loro vite. Mentre le loro trasformazioni inizialmente sembrano migliorare le loro situazioni…

il vero orrore emerge: la bellezza esteriore non riesce a porre rimedio alle lotte interiori. I protagonisti alla fine diventano incarnazioni degli stessi difetti da cui cercavano di sfuggire, evidenziando una realtà agghiacciante particolarmente rilevante oggi, dove molti di noi sono veloci ad affidarsi a filtri e miglioramenti cosmetici invece di affrontare le nostre insicurezze profonde e i problemi di autostima attraverso la terapia e l’autocompassione.

Quest’anno, *The Substance* è rapidamente diventato uno dei preferiti di Halloween. Un afflusso di fan ha iniziato ad adottare “The Substance mask” come un’opzione creativa e last minute per il costume. Più che un altro film horror corporeo, è una satira tagliente sull’invecchiamento, la vanità e gli standard di bellezza irrealistici imposti alle donne, anche in mezzo alla continua difesa della body positivity. La sua rappresentazione della dismorfia corporea è sorprendentemente perspicace, mostrando come possiamo essere severi critici dei nostri corpi, indipendentemente dalle rassicurazioni che sia il corpo che non ci piace sia quello che apprezziamo sono parti di noi.

Nel film, Demi Moore offre una performance eccezionale nei panni di Elizabeth Sparkle, una diva di Hollywood un tempo venerata la cui stella sta svanendo. Di fronte alla sostituzione in uno show di fitness con una concorrente più giovane, Elizabeth scopre un trattamento illecito chiamato “The Substance”, che manifesta un alter ego giovanile di nome Sue (brillantemente interpretata da Margaret Qualley). Inizialmente, la vita sembra affascinante mentre l’effervescente Sue rivitalizza la carriera e la vita sociale di Elizabeth. Tuttavia, quando la volatilità di Sue emerge, Elizabeth si espone inconsapevolmente a gravi effetti collaterali della miscela verde neon. Alla fine, il fascino originale di Liz diminuisce, portando a un climax drammatico descritto dalla regista Coralie Fargeat come la curatrice del “Picasso delle aspettative maschili” per quanto riguarda i fisici ideali delle donne!

Vivere *The Substance* con oltre mille entusiasti partecipanti al MAMI Mumbai Film Festival è stato indimenticabile. Le reazioni del pubblico durante l’attesissimo climax, che mette gli spettatori di fronte a un orrore corporeo viscerale, erano palpabili. Il film rende omaggio ai grandi del genere, come *The Fly* di David Cronenberg, e la sua critica incisiva delle percezioni maschili della “donna ideale” è sia inquietante che stimolante. Perfino la splendida Demi Moore incarna il tema del film, illustrando efficacemente l’insicurezza che può affliggere anche la più convenzionalmente bella.

Nel frattempo, *A Different Man* si discosta dal genere body horror, fatta eccezione per una scena memorabile in cui Edward Lemuel di Sebastian Stan rimuove gradualmente il proprio volto per svelare una nuova identità. Questo thriller psicologico si svolge a New York, dove Edward, un aspirante attore affetto da neurofibromatosi, equipara il suo aspetto a una barriera che influenza le sue interazioni sociali e lo porta all’isolamento. Dopo che una drammaturga, Ingrid Vold (Renate Reinsve), si trasferisce nella casa accanto, Edward, infatuato, opta per una procedura sperimentale per invertire la sua deturpazione facciale.

Ora è sorprendentemente bello, ma il nuovo aspetto non garantisce la vita tranquilla che aveva immaginato. Le complicazioni sorgono con l’ingresso di Oswald (interpretato dall’affascinante Adam Pearson), un individuo carismatico che condivide la condizione di Edward. Edward, ora agente immobiliare che opera sotto il banale nome di “Guy”, scopre presto che la sua trasformazione esteriore era il minore dei suoi ostacoli.

*A Different Man* di Aaron Schimberg fonde la fissazione di Edward sul suo aspetto precedente con una narrazione dark-umoristica. Ho visto questo film anche al MAMI Mumbai Film Festival 2024, dove le scene che descrivono la discesa di Edward/Guy nella disperazione hanno suscitato sia risate che introspezione. Il film implica l’orrore per le possibilità mancate, illustrando come Guy sprechi una seconda possibilità per la vita che desiderava perché non è riuscito ad affrontare le sfide psicologiche più profonde che hanno un impatto sulla sua autostima. Ciò risuona profondamente, spingendo gli spettatori a riflettere sul vuoto che si nasconde dietro le nostre esperienze curate e le maschere che indossiamo per soddisfare le aspettative percepite.

Se solo avessi una monetina da 10 centesimi per ogni film che ho visto quest’anno con protagonisti che ripercorrono ossessivamente le loro vite dopo i successi di qualcun altro, ne avrei due. È singolare che due film del genere siano usciti così vicini alla stagione di Halloween.

Nonostante le differenze tematiche, esistono dei parallelismi tra *The Substance* e *A Different Man*. Entrambi incorporano il motivo delle maschere che rappresentano i sé passati che guidano le narrazioni. Entrambi sono sicuri di intrattenere mentre provocano disagio, lasciando il pubblico a riflettere su come percepisce se stesso. Siamo semplicemente vittime delle circostanze o sottoscriviamo credenze fuorvianti sulle nostre identità?

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