Spiegazione del finale di “Final Fantasy 16”: una guida completa alla conclusione di FF16

Spiegazione del finale di “Final Fantasy 16”: una guida completa alla conclusione di FF16

Final Fantasy XVI segna il ritorno di un capitolo principale della serie dopo una pausa di sette anni, senza contare il rilancio di Final Fantasy VII Remake o i numerosi miglioramenti apportati a Final Fantasy XIV.

XVI si apre con uno scontro impressionante che altri giochi potrebbero riservare ai loro momenti culminanti. La sfida per XVI sta nel superare costantemente le sue straordinarie battaglie con i boss. Quando combattere un enorme mostro celeste non è l’incontro finale, o anche quello precedente, sorge spontanea la domanda: dove può mai andare la storia?

C’è una chiara influenza del mondo di Game of Thrones in Final Fantasy XVI, un punto ampiamente discusso intorno al suo lancio. Eppure, nonostante questo omaggio a fonti esterne, XVI include coraggiosamente riferimenti diretti al titolo della serie nei suoi dialoghi.

Tuttavia, prima di addentrarci in questa memorabile ma banale (in senso buono), dobbiamo analizzare la conclusione di Clive.

Il viaggio di Clive giunge al termine

Attenzione: spoiler importanti su Final Fantasy XVI

La devastazione causata dal Blight è in ultima analisi riconducibile all’uso improprio della magia. Viene rivelato che Ultima faceva parte di un gruppo di sedici esseri simili a dei fuggiti da un pianeta precedentemente distrutto, anch’esso devastato dal Blight. Tragicamente, il Blight li seguì presto nella loro nuova casa.

Frustrati dalla natura implacabile del Blight, Ultima e i suoi compagni fecero piani per creare un nuovo pianeta migliaia di anni fa. Curiosi di sapere dove si trovassero gli altri quindici? Abbandonarono le loro forme fisiche per diventare Cristalli Madre, assorbendo l’etere dalla loro nuova casa, mentre formavano l’umanità nella speranza che un giorno uno di loro si sarebbe evoluto nel Mythos, un umano capace di esercitare un’immensa energia magica. Dopodiché, caddero in un sonno profondo, lasciando che l’umanità si autogestisse.

Clive è, ovviamente, il Mythos. Dopo che Clive e i suoi alleati hanno distrutto i Cristalli Madre, un’Ultima infuriata manda l’Origine, il suo vascello e quello dei suoi simili, a librarsi nel cielo, prosciugando l’etere dalla terra a una velocità allarmante. Questa azione prepara il terreno per lo scontro finale.

Nelle schermaglie iniziali, Dion incontra la sua fine e Joshua subisce ferite così gravi che decide di trasferire il potere della Fenice, l’eikon finale, al fratello maggiore. Con la forza consolidata di tutti gli eikon, Mythos si trasforma nella figura enigmatica e formidabile raffigurata negli antichi arazzi: Ifrit Arisen.

Nel frattempo, Ultima si unisce agli spiriti dei suoi ex alleati e cerca di unire le forze con Clive, il Mythos, per completare il rituale della creazione del pianeta. Naturalmente, Clive si oppone a questo piano. Si impegnano in combattimento, con Clive che emerge vittorioso e assorbe il potere di Ultima. Tuttavia, persino Clive si ritrova sopraffatto dalla pura forza del potere di Ultima, che usa nella sua breve forma divina per annientare Origin, l’ultimo Cristallo Madre. Questo atto preserva il pianeta ma si traduce nella perdita di tutta la magia e, apparentemente, costa la vita a Clive.

Al contrario, i titoli di coda rivelano indizi secondo cui Joshua è sopravvissuto, documentando la vicenda del fratello in un manoscritto che in seguito viene liquidato come una semplice fiaba.

Per citare: “L’unica fantasia qui è la tua. E noi ne saremo i testimoni finali!”

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