Come le scene mal eseguite di Kraven il cacciatore rivelano le occasioni mancate per il miglior film di Spider-Man Universe della Sony

Come le scene mal eseguite di Kraven il cacciatore rivelano le occasioni mancate per il miglior film di Spider-Man Universe della Sony

La recente uscita di Kraven the Hunter ha segnato un momento cruciale per lo Spider-Man Universe (SSU) della Sony, ma non è riuscita a ottenere l’acclamazione prevista. Sebbene non si classifichi come il più basso nel catalogo SSU, l’accoglienza del film ha evidenziato una significativa disparità tra il gradimento del pubblico e le recensioni della critica. Su Rotten Tomatoes, le valutazioni del pubblico si sono aggirate intorno al 74%, ma i critici lo hanno stroncato con un punteggio di approvazione di appena il 16%.

Contrariamente a progetti precedenti come Madame Web e Morbius, che sono stati criticati fin dall’inizio, Kraven the Hunter ha mostrato un potenziale considerevole, soprattutto dato il suo cast impressionante, che include due vincitori dell’Academy Award, Ariana DeBose e Russell Crowe. Sfortunatamente, la sceneggiatura, gli effetti visivi e la resa dei dialoghi hanno minato le performance di questi attori di talento. L’impostazione narrativa del film ha notevolmente sprecato le sue opportunità, sottolineandone i limiti.

Una storia di origine eccessivamente convenzionale

Il giovane Sergei sembra spaventato in Kraven il cacciatore

Molti hanno familiarità con la tipica traiettoria delle origini dei supereroi, che può spesso sembrare un cliché a causa del suo uso eccessivo nel genere. Poiché i personaggi all’interno della SSU sono più anticonvenzionali, c’era ampia opportunità per un approccio narrativo unico. Tuttavia, il film dedica una parte sostanziale della sua durata all’esplorazione del viaggio del giovane Kraven per acquisire i suoi poteri, risultando in una narrazione formulaica e prevedibile.

La trama segue il giovane Sergei mentre affronta un leone durante una battuta di caccia con suo padre e suo fratello, solo per scoprire che la sua vita è stata salvata da un siero somministratogli dalla giovane Calypso. Questo incidente innesca la sua trasformazione in un bruto con tratti animaleschi. Una direzione così banale ha eliminato la possibilità di una storia più intrigante, soprattutto perché la rappresentazione di Kraven nei fumetti enfatizza la sua natura malvagia. Una narrazione distinta avrebbe potuto deviare dal tipico formato delle origini dei supereroi, avventurandosi in regni più oscuri in linea con il personaggio di Kraven nei fumetti.

Una svolta unica sulle origini di Spider-Man

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L’universo di Spider-Man spesso presenta personaggi intrecciati nella narrazione di Peter Parker senza che l’eroe stesso appaia. Gli spettatori hanno generalmente familiarità con la classica storia delle origini di Spider-Man. Data questa comprensione, una direzione avvincente per Kraven the Hunter avrebbe potuto comportare una rivisitazione invertita degli inizi di Spider-Man. Sia Peter Parker che Sergei Kravinoff condividono origini simili, segnate da incontri con creature formidabili che hanno catalizzato le rispettive abilità.

Abbracciando una rivisitazione più dark della narrazione di Spider-Man, Kraven the Hunter avrebbe potuto ritagliarsi un’identità più distintiva all’interno della SSU. L’archetipo di “da un grande potere derivano grandi responsabilità” avrebbe potuto essere efficacemente sovvertito per allinearsi all’arco narrativo del personaggio di Kraven. Poiché la SSU sembra concludersi con questo film, non esplorare questi parallelismi tematici aumenta il senso di potenziale perduto.

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