
Sfida al consumismo: il nuovo documentario del regista Ryan Andrej Lough “You Need This” in anteprima al CPH:DOX
Il regista Ryan Andrej Lough, noto per film come Mediterranea e IO, ha collaborato con il produttore Adam McKay per realizzare un documentario stimolante intitolato You Need This. Questo film si sforza di incoraggiare il pubblico a valutare criticamente i concetti di consumismo e ipercapitalismo. Il documentario farà il suo debutto mondiale al CPH:DOX, il Copenhagen International Documentary Film Festival, in programma fino al 30 marzo.
Esplorando il lato oscuro del consumismo
L’intento di You Need This va oltre la critica superficiale. Una dichiarazione sul sito web del festival, narrata da Serra Naiman, pone la domanda inquietante: “Possiamo spezzare la morsa del sistema prima che sia troppo tardi?” Evidenzia l’incessante ciclo del consumo: “Mentre leggi questo, milioni di prodotti vengono acquistati e presto buttati via”.Il film affronta il modo in cui i nostri bisogni umani fondamentali si sono trasformati in semplici merci all’interno di una macchina guidata dal profitto, lasciandoci a chiederci chi detiene il potere su questo sistema e se la vera libertà sia raggiungibile.
A rafforzare questo messaggio, la sinossi del film afferma: “Dal marketing di massa alla manipolazione dei nostri sogni, il sistema economico del XXI secolo sta erodendo il nostro pianeta”, suggerendo una triste realtà in cui la ricchezza è concentrata tra pochi privilegiati mentre la maggioranza è alle prese con conseguenze crescenti. Eppure, in mezzo a queste preoccupazioni, c’è un barlume di speranza: “Ma abbiamo ancora tempo per ripensare a ciò di cui abbiamo veramente bisogno”.
Visione del regista: affrontare le problematiche globali
Lough afferma la necessità di questo film e di progetti simili per accrescere la consapevolezza sociale. Sostiene che il consumismo ha radici che si estendono ben oltre l’America; è un problema globale pervasivo.”Il capitalismo dei consumi è un’invenzione americana del XX secolo, ma è diventato un fenomeno globale”, spiega. Attingendo alle sue vaste esperienze internazionali, dall’Europa all’Afghanistan, sottolinea l’obiettivo del film di mostrare le implicazioni di vasta portata del capitalismo dei consumi.
Uno dei focus della narrazione include il viaggio dei prodotti di moda, che spesso sfruttano manodopera a basso costo nelle nazioni in via di sviluppo solo per contribuire allo spreco globale, finendo nelle discariche in America Latina e Asia. Questo fenomeno illustra le conseguenze distruttive delle pratiche di consumo incontrollate.
Un invito alla riflessione sul capitalismo
Nel corso del documentario emerge una prospettiva critica sul capitalismo, con Lough che spiega che è stato distorto dagli interessi governativi, con conseguenti enormi disparità di ricchezza.”La sfida era presentare queste informazioni in un modo che risuonasse universalmente, spingendo gli spettatori a sfidare le strutture di potere emergenti”, afferma. Questa intenzione di provocare la riflessione sottolinea il messaggio principale del film: riconoscere e invertire le tendenze dannose del capitalismo dei consumi.
Inizialmente concepito come una serie limitata in quattro parti, Lough è passato al formato di un lungometraggio a causa di problemi di finanziamento. Esprime soddisfazione per il prodotto finale, credendo che catturi efficacemente il pubblico mentre affronta questioni urgenti in una concisa durata di 82 minuti.
Il ruolo di Adam McKay e l’umorismo nel documentario
La collaborazione con il produttore Adam McKay è emersa in modo organico, poiché è noto per la sua promozione di contenuti di impatto. Attraverso Yellow Dot Studios, McKay mira a combattere gli interessi aziendali legati alla distruzione del clima. Dopo aver condiviso i primi filmati con l’attore John C. Reilly, che ha presentato Lough a McKay, il regista ha stretto una partnership che ha notevolmente elevato il profilo e la qualità della ricerca del film.
Lough comprende i rischi di fornire contenuti pesanti e li bilancia con momenti spensierati. Una scena giustappone abilmente i “bisogni” umani a un montaggio esilarante di “desideri”.”Utilizziamo l’umorismo per disarmare il pubblico prima di affrontare argomenti seri”, spiega. La narratrice del documentario, Serra Naiman, nota per il suo talento comico, incarna questa filosofia per tutto il film.
Affrontare la pubblicità e la manipolazione emotiva
Il film approfondisce anche la psicologia della pubblicità, evidenziandone le tattiche di manipolazione emotiva che attraggono i consumatori.”Volevo usare la struttura della pubblicità come uno specchio per riflettere sulla sua influenza pervasiva”, nota Lough. Questo approccio innovativo posiziona il documentario non solo come una critica, ma anche come un commento consapevole sui modelli di consumo dei media.
Uno sguardo al futuro: proiezioni future e sfide della distribuzione
Dopo la première nordamericana a DocLands all’inizio di maggio, You Need This sta cercando una distribuzione più ampia, con Off the Fence di ZDF Studios che si occupa delle vendite. Lough riconosce la natura delicata dell’argomento del film nel clima politico odierno, che potrebbe presentare delle sfide per i distributori diffidenti nei confronti delle reazioni negative.
“Siamo in un settore avverso al rischio”, spiega, notando che molte aziende esitano a sostenere progetti che criticano le strutture economiche prevalenti. Esorta i produttori di media ad abbracciare narrazioni audaci piuttosto che accontentarsi di contenuti più sicuri e guidati dal commercio.”Il mondo non ha bisogno di più film Marvel; ha bisogno di film che ispirino il pensiero critico e illuminino la realtà”, conclude.
As You Need This si prepara all’accoglienza del pubblico: la sua ambiziosa esplorazione delle dinamiche del capitalismo dei consumi solleva questioni vitali sul nostro mondo e sul nostro futuro.
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