Im Si-wan chiarisce la controversia sulla sua pronuncia nel film drammatico “Boyhood”: “linguaggio standard intenzionalmente abbandonato” 

La trasformazione di Im Si-wan in ‘Boyhood’ è stato un argomento caldo. Recentemente è apparso nella “Newsroom” di JTBC e ha parlato del dramma, condividendo approfondimenti e storie. Per quanto riguarda gli elogi per “Boyhood”, Im Si-wan ha detto: “Quando la gente dice ‘hai fatto bene’, per me è una cosa positiva”.

Descrivendo il suo personaggio Byung-tae come se indossasse abiti che gli si adattavano perfettamente, ha aggiunto: “Non c’è niente di speciale, ma faccio del mio meglio per vivere come il personaggio. È stata l’occasione per riflettere sul mio imbarazzo. Non dimenticherò quel lato imbarazzante di me e lo ricorderò di nuovo a me stesso.

Sala stampa Im Si-wan

Ha condiviso varie idee per il personaggio: “Ho pensato che sarebbe stato molto efficace toccare le emozioni inerenti al dialetto della provincia di Chungcheong. Mentre lo approfondivo, la metafora si è rivelata una parte significativa. Volevo incorporare il più possibile questa metafora nel dramma. La maggior parte delle improvvisazioni a cui ho pensato erano quasi tutte metaforiche.

Riguardo alla scena che voleva spiegare, Im Si-wan ha detto: “C’è una frase che dice ‘깻잎이요’ (“È foglia di perilla”). Quando l’ho filmato, mi sono chiesto come pronunciarlo. Conoscevo la pronuncia standard di “깻잎” (kketnip), ma ho usato intenzionalmente una pronuncia non standard per il carattere.”

Im Si-wan ha concluso esprimendo il suo desiderio per la seconda stagione, dicendo: “Voglio ardentemente la seconda stagione. Direttore, se ritardi troppo, non sarà ‘Girls’ Generation’ ma ‘Boy Generation’. Se aspetti fino a ‘Old Age Generation’, andrebbe bene”, inviando un messaggio spiritoso al regista.

Infine, Im Si-wan ha condiviso i suoi obiettivi e le sue aspirazioni per il 2024 come attore: “Spero di lavorare duro come ho fatto finora, e sarebbe fantastico se potessi superare le mie capacità. Vorrei avere il tempo per investire su me stesso”.

Fonte: daum

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