Deadpool e Wolverine: un ritorno unificante sul grande schermo
Il ritorno di Deadpool per un terzo capitolo aveva già scatenato l’entusiasmo tra i fan; tuttavia, il fascino del film è salito alle stelle con l’annuncio di Hugh Jackman che si sarebbe unito di nuovo a Ryan Reynolds sullo schermo. L’interpretazione di Wolverine da parte di Jackman abbraccia ben 17 anni, rendendo il suo ritorno un evento significativo per l’universo Marvel. La sua decisione di riprendere il ruolo iconico non solo ha sorpreso i fan, ma ha anche piacevolmente sorpreso lo stesso Reynolds, che ha avuto un ruolo fondamentale nella co-sceneggiatura del film.
“Hugh ha preso quel monologo e l’ha semplicemente divorato. L’ha masticato, ingoiato e lo ha recitato per noi… e alla fine, c’è una didascalia in fondo che dice brevemente dopo che ha finito tutto il discorso, ‘un barlume di rammarico attraversa la sua pupilla’. E Hugh, nella scena, se la guardi, c’è la minima sensazione di ‘sono andato troppo oltre’, e se avessi sbattuto le palpebre, te lo saresti perso. Mi vengono i brividi anche solo a pensarci, perché era un attore che è così in sintonia con il suo strumento e con se stesso. Posso sedermi lì, indossando una maschera.”
Il regista Shawn Levy ha fornito spunti sul processo creativo dietro l’ormai iconico monologo del film, che si svolge all’interno di una Honda Odyssey. Ha osservato, “abbiamo semplicemente fatto versione, versione, versione e abbiamo trascorso ore finché in qualche modo non sembrava Logan, ma esprimeva anche una dimensione e una voce con cui non lo avevamo mai sentito parlare”. Questo approccio metodico illustra la dedizione coinvolta nel garantire l’autenticità del personaggio mantenendone la complessità.
A sostegno di ciò, Reynolds ha sottolineato la sua interpretazione unica di Wolverine, paragonando il suo personaggio a una figura “molto Clint Eastwood”. Ha elaborato la natura minimalista di Wolverine: “less is more”, ha affermato, un sentimento che la dice lunga sulla profondità emotiva del personaggio e sulle sue lotte interiori.
Reynolds ha anche affrontato le sfide emerse durante il processo di scrittura, in particolare riguardo alla decisione di Wolverine di indossare il suo caratteristico costume giallo. Ha spiegato:
“Quindi questi sono tutti problemi che devi risolvere più e più volte. Quando la prima cosa che abbiamo detto a Hugh è stata: “Devi indossare la tuta gialla”. E dobbiamo aspettare. Non possiamo semplicemente mettertelo dentro. Applaudiranno quando la vedranno. La adoreranno. Ci deve essere una ragione. E poi l’altra cosa è che il personaggio, tradizionalmente, almeno dai fumetti principali, è un tizio che non riesce a controllare la sua rabbia. Ha una rabbia da berserker. Non uccide solo i cattivi. Quando entra in quello stato, uccide anche i buoni. E questa è come una malattia per lui. La tuta, l’abbiamo scritta come un cilicio, o una penitenza, o questa cosa che porta con sé per vergogna.
Conclusione
Deadpool & Wolverine promette non solo di essere un’aggiunta esaltante al genere dei supereroi, ma funge anche da affascinante studio della complessità dei personaggi e della profondità emotiva. Il ritorno di Jackman, insieme all’approccio ponderato di Reynolds al suo personaggio, crea un’attesa che va oltre i tipici incassi al botteghino. Mentre attendiamo la sua uscita, i fan sono lasciati a riflettere su come la sceneggiatura concilierà la tumultuosa storia di Wolverine con le sue nuove avventure al fianco di Deadpool.
- Il notevole ritorno di Hugh Jackman nei panni di Wolverine
- L’approccio alla scrittura unico di Ryan Reynolds
- Complessità del personaggio e profondità emotiva
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