“Donna dell’ora”: come i veri crimini acquisiscono impatto con una prospettiva femminile

“Donna dell’ora”: come i veri crimini acquisiscono impatto con una prospettiva femminile

L’ondata di attrazione verso i media sui veri crimini ha scatenato polemiche riguardo al potenziale di sfruttamento e sensazionalismo del genere. Tuttavia, l’acclamato Woman of the Hour propone che le narrazioni sui veri crimini possano avere un impatto costruttivo, soprattutto se affrontate da una prospettiva femminile.

I critici hanno accusato Monsters: The Jeffrey Dahmer Story di aver reso glamour il famigerato serial killer Jeffrey Dahmer (interpretato da Evan Peters), portando alcuni spettatori a esprimere in modo inquietante affetto per lui come figura. Allo stesso tempo, si dice che la serie ritraumatizzi le vittime, lasciandole colte di sorpresa dalla sua rappresentazione. Allo stesso modo, Extremely Wicked, Shockingly Evil e Vile hanno presentato la vita di Ted Bundy attraverso una lente romantica, con Zac Efron nel ruolo principale e scegliendo di narrare la storia dal punto di vista della sua ragazza piuttosto che da quello delle vittime. La serie di documentari Conversations with a Killer: The Ted Bundy Tapes ha cercato di creare un’immagine enigmatica e seducente di Bundy.

Molte produzioni di true crime sembrano divertirsi a rappresentare traumi e shock estremi senza una lente significativa. Pertanto, è incoraggiante vedere Woman of the Hour allontanarsi dalle comuni cadute del genere e presentare una storia che ha un merito significativo.

Una nuova direzione nei veri crimini: La donna dell’ora

Woman of the Hour segna l’avventura inaugurale di Anna Kendrick come regista. Questo film è ispirato alla storia vera del serial killer Rodney Alcala, che ha notoriamente vinto un episodio di The Dating Game nel mezzo della sua serie di crimini. Il film adotta una narrazione unica non concentrandosi sugli omicidi raccapriccianti o concentrandosi sulle vittime decedute, ma mettendo in luce le storie di coloro che sono sopravvissuti. In particolare, si addentra nel racconto meno noto di Cheryl Bradshaw (interpretata da Kendrick), una concorrente di The Dating Game che ha interagito con Alcala (interpretato da Daniel Zovatto).

In realtà, Bradshaw ha saltato un appuntamento con Alcala e ha condotto un’esistenza relativamente riservata. Pertanto, Woman of the Hour inventa un incontro fittizio in cui affronta direttamente Alcala. Questa scelta creativa culmina in uno dei momenti più pieni di suspense del film, mentre Bradshaw gradualmente arriva a comprendere il pericolo in cui si trova mentre viene seguita da Alcala. Il film si astiene in modo notevole dal mostrare la violenza grafica degli attacchi di Alcala. Invece, impiega un lavoro di ripresa innovativo per ritrarre sottilmente l’umore di un omicidio senza indulgere negli aspetti scioccanti. L’enfasi è posta sul tumulto emotivo e sulla paura che Alcala ha instillato in queste donne.

Il film cattura abilmente il momento preciso in cui ogni sopravvissuta percepisce il pericolo in agguato ad Alcala. Trasmette la consapevolezza minacciosa e angosciante che risuona con le esperienze di vita reale di molte donne. Inoltre, ritrae come le donne reagiscono tipicamente a tali minacce. Invece di fuggire o chiamare aiuto, Bradshaw sceglie di fornire ad Alcala un numero di telefono fittizio come un modo gentile per rifiutare le sue avances. Allo stesso modo, un’assistente di volo accenna ai suoi obblighi nel suggerire ad Alcala di andarsene. In una scena degna di nota, una giovane fuggitiva simula un sorriso dopo un’aggressione, mantenendo la facciata che tutto va bene mentre mantiene l’incontro un “segreto”.

Pochi film riescono a trasmettere in modo autentico le esperienze uniche della femminilità. Molte possono immedesimarsi nel delicato equilibrio di gestire le interazioni con certi uomini, spesso ricorrendo all’appeasement come meccanismo di sopravvivenza dopo un incontro traumatico. Inoltre, Alcala è ritratto senza alcuna glamourizzazione o sessualizzazione. Il film evita un’esplorazione approfondita della sua storia passata o un tentativo maldestro di umanizzarlo per ottenere la simpatia del pubblico. Mentre riconosce la sua capacità di fascino e manipolazione, così come le sue capacità fotografiche, rimane raffigurato né come bello né enigmatico. Invece, il film ritrae accuratamente Alcala e altri uomini violenti come figure mediocri e inquietanti che nutrono disprezzo per se stessi.

Una narrazione necessaria: la donna del momento

Woman of the Hour si distingue proprio perché evita i tipici tropi di molti veri tentativi di crimine. Non cerca di svelare le motivazioni dei serial killer, le cui azioni sfidano la comprensione, né racconta le storie delle vittime che non possono più parlare per sé stesse. Invece, fa luce sulla misoginia sociale che ha ritardato l’arresto di Alcala per anni, contribuendo alla tragica perdita di vite innocenti. Il film evidenzia anche come due donne siano riuscite a sopravvivere navigando in un ambiente ostile radicato nella misoginia, dimostrando che devono lottare per la loro sicurezza in un mondo che spesso non riesce a proteggerle.

Tuttavia, ci sono lezioni vitali racchiuse nei racconti dei sopravvissuti e di coloro che sono stati delusi da sistemi parziali. Woman of the Hour offre alle donne una chiara rappresentazione dei comportamenti tossici e delle tendenze violente negli uomini, così come dei segnali di pericolo a cui devono prestare attenzione. Il film incoraggia un discorso sull’urgenza per le forze dell’ordine e la società in generale di salvaguardare e sostenere le donne. Forse ci vuole davvero la prospettiva di una donna per rappresentare accuratamente i serial killer maschi e per elevare le narrazioni delle vittime e dei sopravvissuti al di sopra del mero sensazionalismo.

Fonte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *