I 15 migliori film Yakuza da guardare assolutamente

I 15 migliori film Yakuza da guardare assolutamente

Il panorama cinematografico giapponese offre un ricco arazzo di generi, tra cui i film yakuza spiccano come particolarmente influenti. Questo genere non è stato solo plasmato da alcuni dei più importanti registi giapponesi, ma ha anche visto la partecipazione di molti attori acclamati, sottolineandone l’importanza nel cinema giapponese. Mentre i film yakuza mostrano principalmente le vite e le sfide affrontate dai membri della yakuza, la loro ampia definizione consente diversi metodi di narrazione, ognuno dei quali offre nuove prospettive.

Originario degli anni ’50, sebbene se ne possano trovare tracce in opere precedenti, il genere yakuza riflette spesso i tumultuosi cambiamenti nel Giappone del dopoguerra. Si addentra in come il clima politico in evoluzione influisce sulla criminalità organizzata, presentando un’esplorazione dettagliata del rigido codice d’onore della yakuza e delle rapide trasformazioni che sfidano le tradizioni di lunga data. Questa profondità ha aperto la strada ad alcuni dei film più iconici della storia giapponese.

15 Ichi l’assassino (2001)

Diretto da Takashi Miike

Rinomato per il suo stile provocatorio, Takashi Miike è una delle figure più divisive ma influenti del cinema giapponese. Il suo film “Ichi the Killer” rimane una pietra miliare del cinema yakuza, famoso per la sua violenza viscerale e i temi controversi. Ha spinto Miike sotto i riflettori internazionali dopo il suo precedente lavoro, “Audition”.

“Ichi the Killer” immerge gli spettatori nel mondo caotico e brutale della yakuza, sottolineando la natura spesso violenta del ventre criminale. Le performance, in particolare Tadanobu Asano nei panni di Kakihara e Nao Omori nei panni del sadico Ichi, sono inquietanti e indimenticabili, elevando lo status del film tra le narrazioni yakuza.

14 Sotto il cielo aperto (2020)

Diretto da Miwa Nishikawa

Koji Yakusho in Sotto il cielo aperto

Offrendo una nuova prospettiva, “Under the Open Sky” si discosta dalle tradizionali narrazioni yakuza concentrandosi su Masao Mikami, un membro di una gang da sempre alle prese con la reintegrazione nella società dopo una lunga condanna in prigione. Sorprendentemente, Miwa Nishikawa dirige questo film, rompendo lo schema della regia dominata dagli uomini nel genere.

Koji Yakusho offre una performance toccante, catturando il dolore e le lotte di un uomo che tenta di ridefinire il suo scopo di fronte al cambiamento. La profondità emotiva e l’approccio tenero di questo film lo distinguono dai suoi predecessori, pur rimanendo saldamente radicati nei temi della yakuza.

13 La giovinezza della bestia (1963)

Diretto da Seijun Suzuki

Pugnalare il dito in Youth of the Beast

In “Youth of the Beast”, Seijun Suzuki fonde una narrazione visiva elegante con archi narrativi classici del genere yakuza. Con Joe Shishido nei panni di un uomo coinvolto in intrighi yakuza, questo film rimane una pietra di paragone duratura nonostante la sua tiepida accoglienza iniziale.

Nel corso del tempo, “Youth of the Beast” non solo ha guadagnato un seguito di culto, ma ha anche consolidato il suo posto all’interno dell’impressionante opera di Suzuki, mettendo in mostra il suo talento registico unico.

12 Sonatina (1993)

Diretto da Takeshi Kitano

In “Sonatine”, Takeshi Kitano descrive magistralmente le vite malinconiche dei membri della yakuza mentre affrontano il conflitto e si ritirano in una casa sulla spiaggia per sfuggire al caos crescente. A differenza dei tipici film sulla yakuza, questa narrazione consente uno sguardo più approfondito alle dinamiche dei personaggi tra calma e tumulto.

L’umorismo impassibile tipico di Kitano, unito a momenti di violenza inquietanti, evidenzia il delicato equilibrio del film tra serenità e caos, svelando aspetti nascosti delle vite dei personaggi.

11 I lupi (1971)

Diretto da Hideo Gosha

La resa dei conti con le katana dei Wolves sulla spiaggia

“The Wolves”, ambientato nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, racconta la storia di Seiji, che rientra in un mondo che riconosce a malapena dopo la prigione ed esplora il mutevole panorama morale della vita della yakuza. Diretto da Hideo Gosha , il film cattura in modo toccante i conflitti interiori affrontati da coloro che sono intrappolati nel decadimento dei valori tradizionali.

La rappresentazione di personaggi alle prese con profondi cambiamenti ha un impatto profondo, dimostrando la capacità di Gosha di riflettere le transizioni sociali nella sua narrazione.

10. Simpatia per il perdente (1971)

Diretto da Kinji Fukasaku

“Sympathy for the Underdog” è una testimonianza dell’abilità registica di Kinji Fukasaku , che incapsula le lotte di un boss yakuza anziano che ricostruisce la sua organizzazione dopo la prigionia. Il film è ricco di temi di lealtà e cambiamento intrinseci al cinema yakuza, che trovano riscontro nel pubblico per la sua esplorazione dell’onore tra i criminali.

Con un ritmo che esalta la sua narrazione avvincente, il film affronta le complessità della lealtà e le inevitabili trasformazioni all’interno del mondo della yakuza.

9 Cimitero d’onore (2002)

Diretto da Takashi Miike

Cimitero d'onore Takashi Miike

“Graveyard of Honor” di Takashi Miike è un avvincente remake del classico di Kinji Fukasaku, che amplia la complessità narrativa della vita yakuza. L’approccio di Miike al genere yakuza enfatizza la sua visione distinta, fondendo elementi di orrore con rappresentazioni realistiche di violenza e vita da gang.

Con una durata di 40 minuti più lunga rispetto alla versione di Fukasaku, l’esplorazione della vita turbolenta di Rikuo Ishimatsu da parte di Miike offre profondità e sfumature, consolidando la sua statura di maestro narratore.

8 Poliziotto violento (1989)

Diretto da Takeshi Kitano

Takeshi Kitano guarda la telecamera in Violent Cop

Un’altra aggiunta fondamentale alla filmografia di Takeshi Kitano è “Violent Cop”, che segna il suo debutto alla regia dopo aver sostituito Kinji Fukasaku. Questo film non solo ha consacrato Kitano come regista formidabile, ma ha anche messo in luce il suo talento di attore avvincente nel ruolo di un complesso detective della polizia coinvolto in battaglie contro la yakuza.

La potente narrazione di Kitano e le sue scelte stilistiche uniche in “Violent Cop” gettano le basi per i suoi successivi successi sia come attore che come regista.

7 Il vagabondo di Tokyo (1966)

Diretto da Seijun Suzuki

Considerato uno dei migliori lavori di Seijun Suzuki, “Tokyo Drifter” coniuga brillantemente un’estetica visiva vibrante con una narrazione yakuza avvincente ma familiare. Il talento artistico del film ne esalta la narrazione, mentre gli spettatori vengono trascinati nel mondo di Tetsuya Hondo, un sicario yakuza che affronta la vita dopo lo scioglimento della sua gang.

Con le sue influenze pop art e una colonna sonora eccezionale, “Tokyo Drifter” rappresenta un traguardo visivamente sbalorditivo nel cinema yakuza.

6 L’angelo ubriaco (1948)

Diretto da Akira Kurosawa

Toshiro Mifune sembra triste in Drunken Angel

Diretto dal leggendario Akira Kurosawa , “Drunken Angel” occupa un posto significativo nella storia del cinema yakuza. Uscito nel 1948, esplora gli effetti del trauma postbellico sugli individui sullo sfondo del crimine organizzato. La collaborazione di Kurosawa con l’iconico Toshirō Mifune è eccezionalmente avvincente, mettendo in mostra il talento di Mifune mentre interpreta un personaggio complesso intrappolato nel mezzo di dilemmi morali.

Il film è considerato uno dei pionieri del genere crime drama e ha creato un precedente per la successiva evoluzione del cinema yakuza.

5 Cimitero d’onore (1975)

Diretto da Kinji Fukasaku

“Graveyard of Honor” del 1975 è un capitolo fondamentale del genere yakuza, che racconta l’ascesa e la discesa di Rikio Ishikawa, un personaggio la cui vita è intrisa di violenza e caos. Sotto la direzione di Kinji Fukasaku , il film esplora le ramificazioni psicologiche e sociali di una vita intrisa di criminalità organizzata.

Basato su eventi realmente accaduti, il film cattura il tumultuoso panorama del Giappone del dopoguerra, offrendo una riflessione cruda e avvincente sulle scelte di vita affrontate dai membri della yakuza.

4 Fiore pallido (1964)

Diretto da Masahiro Shinoda

“Pale Flower” di Masahiro Shinoda intreccia noir e yakuza tropi mentre racconta la storia di un membro appena rilasciato che cerca di destreggiarsi tra dinamiche di potere mutevoli tra bande rivali. L’esplorazione del film di relazioni complesse risuona profondamente, rafforzata dalla regia di Shinoda che cattura l’essenza del movimento giapponese New Wave.

Il film rimane un potente commento sulla lealtà e il tradimento sullo sfondo di un panorama criminale in continua evoluzione, elevando il suo posto tra i migliori film sulla yakuza.

3 Battaglie senza onore e senza umanità (1973)

Diretto da Kinji Fukasaku

Battaglie senza onore e umanità diretto da Kinji Fukasaku

Spesso soprannominato il “Padrino giapponese”, “Battles Without Honor And Humanity” è un film fondamentale nel genere yakuza, che documenta l’evoluzione del crimine organizzato nel Giappone del dopoguerra. Il film segue un ex soldato che trova un nuovo scopo nel mondo yakuza, affrontando temi di cameratismo e lealtà. La regia di Fukasaku consente intensità cruda e profondità emotiva, contrassegnandolo come un ingresso fondamentale nel genere e lanciando un franchise che definisce il cinema giapponese per tutti gli anni ’70.

2 maiali e navi da guerra (1961)

Diretto da Shōhei Imamura

Maiali e corazzate film giapponese

“Pigs and Battleships” di Shōhei Imamura offre un’esplorazione sincera del Giappone del dopoguerra sotto l’occupazione americana, attraverso gli occhi di Kinta, un membro della yakuza in cerca di identità in un panorama cambiato. Il film prospera sui suoi elementi satirici oscuri, bilanciando il commento sociale con una toccante storia d’amore tra Kinta e la sua ragazza Haruko. Il loro viaggio illustra le complessità del navigare tra lealtà e sopravvivenza tra le pressioni sia della yakuza che delle forze occupanti, consolidando il posto di questo film all’interno del canone del cinema giapponese New Wave.

1 Fuochi d’artificio (1997)

Diretto da Takeshi Kitano

Considerato l’apice del cinema yakuza, “Fireworks” (originariamente intitolato “Hana-bi”) racchiude le complessità del genere, illuminando al contempo i talenti poliedrici di Takeshi Kitano come regista e attore. La narrazione segue un agente di polizia che affronta profonde sfide personali, che lo portano a scendere a compromessi morali che lo coinvolgono nella yakuza.

Kitano offre una performance inquietante, intrecciando le sue lotte personali con temi più ampi di redenzione e disperazione. “Fireworks” è una testimonianza della sua eredità nel cinema giapponese, contrassegnandolo come un risultato monumentale che definisce cosa può rappresentare un film yakuza.

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