
Esplorare i dilemmi della giustizia in *The Amateur*
Il film *The Amateur* suscita un certo stupore e pone una domanda provocatoria: chi possiede la capacità di usare la forza letale nelle narrazioni cinematografiche? Riuscirà il pudico e mite Rami Malek a imbarcarsi in modo convincente in una missione vendicativa per eliminare diversi individui dalle molteplici sfaccettature, o questo regno è riservato esclusivamente al nerboruto John Bernthal e all’esperto Laurence Fishburne? Nonostante la premessa, il film non approfondisce le implicazioni etiche che circondano l’atto di togliere una vita, concentrandosi invece sulla capacità del personaggio di Malek, Charlie Heller, un zelante analista della CIA, di compiere lo stesso tipo di violenza glorificata dei suoi colleghi più esperti. Purtroppo, l’esplorazione del film manca di una conclusione profonda, lasciando gli spettatori con un’esperienza vuota.
Dietro la macchina da presa: il regista James Hawes
*The Amateur* nasce dalla visione creativa del regista James Hawes, un regista inglese noto per il suo lavoro su acclamati episodi televisivi, in particolare il memorabile episodio di *Doctor Who* “The Empty Child”.Sebbene abbia realizzato notevoli opere televisive, tra cui diversi altri episodi di *Doctor Who*, il suo repertorio cinematografico rimane minimo, con *One Life* che si presenta come una biografia personale e toccante in netto contrasto con la sua ultima opera. Basato sul romanzo del 1981 di Robert Littell, il percorso di produzione del film è stato lungo: inizialmente concepito nel 2003 con Hugh Jackman come protagonista, è poi ricomparso in un nuovo formato dopo due decenni.
Sinossi della trama: Un pericoloso viaggio di vendetta
Rami Malek interpreta Charlie Heller, un crittologo della CIA la cui vita prende una svolta devastante quando sua moglie, Sarah, rimane tragicamente vittima di un attacco terroristico. Il dolore di Heller scatena in lui un fervente desiderio di vendetta contro i responsabili. Nonostante le sue richieste di intervento diretto cadano nel vuoto all’interno della CIA, scopre un alleato cruciale in un informatore criptato che si trova all’estero. Questo porta Heller a richiedere un intenso addestramento di spionaggio all’esperto agente di Fishburne, insieme alle risorse necessarie per perseguire la sua vendetta. Per tutto il film, i personaggi sminuiscono ripetutamente la sua capacità di successo, trascurando di chiedersi se dovrebbe anche solo tentare un’attività di vigilantismo così pericolosa. In definitiva, la domanda principale diventa se un analista della CIA esperto in crittoanalisi sia in grado di dare la caccia ed eliminare i criminali, un’ambiguità che rimane irrisolta.

Narrazione debole: un’esecuzione poco ispirata
Nonostante la sua premessa intrigante, *The Amateur* oscilla sull’orlo della monotonia, non riuscendo a conferire autentiche sfumature alla sua narrazione. Presenta una narrazione che ricorda una fantasia liceale, in cui un perdente prevale attraverso la violenza per vendicare una persona cara. Purtroppo, il film offre una rappresentazione poco ispirata di un personaggio che si muove sui confini sfumati tra l’uomo comune e il vendicatore risoluto. A differenza di altre narrazioni che esplorano questo archetipo, Heller appare più simile a una diversa razza di spia piuttosto che a un uomo qualunque trasformato. Questa mancanza di caratterizzazione avvincente affligge il film, che fatica a trovare un equilibrio tra due personalità contrastanti.
Nell’adattare l’opera originale di Littell, il film si discosta significativamente, eliminando molti elementi che avevano reso il materiale originale degno di nota. Mentre il libro presenta Heller immerso nella risoluzione del “Questione dell’Autore” – l’idea che Francis Bacon abbia scritto le opere di Shakespeare – il film opta per una trama più semplice e meno avvincente. Con modifiche che spaziano dalle motivazioni dei personaggi agli espedienti narrativi, il film sacrifica gli strati di complessità che avrebbero potuto elevarlo al di sopra della sua banale esecuzione. In definitiva, ciò che rimane manca della profondità necessaria per una narrazione avvincente.
Performance e regia: un mix di elementi
Sebbene Rami Malek offra un’interpretazione competente, lui, insieme a Laurence Fishburne e al cast di supporto, fatica a valorizzare un materiale piuttosto fiacco. Le incongruenze tonali del film rendono difficile capire se la rappresentazione sommessa di Malek sia una scelta creativa o il risultato di una svista della regia. Per un personaggio guidato dalla perdita e dalla vendetta, l’esecuzione appare sorprendentemente distaccata e disinteressata, lasciando gli spettatori a interrogarsi sul coinvolgimento emotivo che una narrazione incentrata sulla vendetta in genere prospera. Sfortunatamente, il film riesce a diluire l’essenza sia del genere spionistico che della storia di vendetta, mancando di offrire l’eccitazione o la catarsi necessarie.

Una conclusione poco brillante
Per molti aspetti, *The Amateur* rappresenta un’esplorazione di processi che in ultima analisi producono poca sostanza. I personaggi sono coinvolti in piani contorti che non trovano riscontro nello spettatore né contribuiscono a far avanzare la trama in modo significativo. L’atmosfera generale rimane distante e priva di quel fattore di coinvolgimento che avrebbe potuto renderlo più avvincente. Il film sembra destinato a un’esistenza poco stimolante, adatto solo a una visione passiva da parte di un pubblico in cerca di un’esperienza semplicistica. Per chi desidera profondità, questo film potrebbe offrire solo un’opportunità di divertimento piuttosto che di comprensione. Una considerevole delusione, *The Amateur* in definitiva fatica a ridefinire le aspettative del genere spionistico, non offrendo nulla di significativo agli spettatori che desiderano qualcosa di più di un intrattenimento superficiale.
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